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Lo Studio delle Lingue

"Come le mani non furono fatte per camminare, il cervello sinistro non è adatto per lingue"

E' ben noto fra gli psicologi educativi che lo studio delle lingue crea degli ostacoli e rallenta in modo significativo il processo di apprendimento.

​Il concetto di studio implica che la materia in questione abbia una certa logica. Infatti, una materia di natura logica con forme e strutture prevedibili, come le scienze (che permettono l'applicazione di regole ed analisi), viene trasferita più facilmente alla memoria permanente proprio a causa di questa natura logica. È più facile immagazzinare informazioni quando ci sono questi ganci naturali ai quali appendere nuovi pezzi di informazioni.



​Nonostante la sua apparenza logica, la lingua è, però, priva di qualsiasi logica e prevedibilità.

​Proprio come un'impronta digitale, esiste un'impronta linguistica ed è unica. Ognuno parla in modo diverso pur parlando la stessa lingua.

​C'è una vasta scelta di parole, costruzioni e una marea di informazioni linguistiche  che fluttuano nell'aria senza strutture fisse che ci permettono, ad esempio, di fare la stessa domanda in tanti modi diversi.

  • Il passato di un verbo non ci indica quasi mai il passato di un altro.

  • Una lingua non ha né un inizio né una fine - nonostante il modo in cui viene presentata.

  • Sì, ci sono delle regole di grammatica ma basta un'eccezione per rendere illogica la regola stessa.

Già questa totale flessibilità rende difficile la memorizzazione e, di conseguenza, l'uso stesso della lingua.

Inoltre, queste difficoltà si moltiplicano quando uno studente è costretto ad affrontare un corso di lingua altamente strutturato e lineare come se la lingua avesse una natura logica con strutture rigide e naturali - come se fosse una materia da studiare.

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